Ipoglicemia chetotica

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Ipoglicemia chetotica

Ipoglicemia chetotica e alterazioni del metabolismo nel bambino

L’ipoglicemia chetotica è una forma di ipoglicemia che si manifesta principalmente in età infantile, in particolare tra 1 e 7 anni. A causare un fenomeno di ipoglicemia chetotica è quasi sempre il digiuno prolungato.

Il cervello utilizza come fonte di energia il glucosio che entra in circolo nel corpo principalmente grazie all’alimentazione e lo utilizza senza bisogno di intermediari a differenza dei muscoli che per utilizzare il glucosio hanno bisogno dell’insulina. Un ipoglicemia chetotica nel bambino può essere pericolosa se trascurata, in quanto può causare sintomi di alterata funzione cerebrale.

Il prof. Roberto Della Casa afferma che “un prolungamento della fase del digiuno, attiva nel nostro organismo una serie di regolazioni che servono a mantenere normale il valore glicemico e quando questo valore non riesce a essere mantenuto normale, intervengono i meccanismi che tendono a rendere disponibile al cervello dei composti organici, i chetoni o acetoni che sono utilizzabili e hanno lo scopo specifico di dare energia al sistema nervoso centrale”.

La sintomatologia dell’ipoglicemia chetotica nei bambini

Sintomi ipoglicemia chetotica

Come accennato nell’introduzione, l’ipoglicemia chetotica si verifica in seguito a uno squilibrio alimentare, nello specifico in seguito a una mancanza o riduzione di zuccheri immessi nell’organismo.

La sintomatologia dell’ipoglicemia chetotica può essere suddivisa in due fasi: la prima quando gli ormoni si attivano e si manifestano sintomi quali: sudorazione, tachicardia, pallore, irrequietezza, ansia, senso di fame, nausea. Nella seconda fase quella definita neuroglicopenia i sintomi sono tremori, confusione, stanchezza, sonnolenza, vertigini, cefalea e simili.

Questo tipo di disturbo si manifesta principalmente nel neonato o nel bambino e questo perché gli organi dove si immagazzinano gli zuccheri (fegato e muscoli), sono più piccoli e non del tutto sviluppati. Motivo per cui gli zuccheri di riserva, sono minori rispetto all’adulto.

Durante la fase del riposo notturno si possono manifestare degli episodi di ipoglicemia chetotica causati dal lungo digiuno. Non bisogna comunque allarmarsi troppo perché solitamente è una condizione transitoria che può essere trattata facilmente stabilendo una buona e corretta alimentazione del bambino dietro consiglio del pediatra.

Perché vengono prodotti i corpi chetonici

Il motivo per cui vengono prodotti chetoni è legato al fatto che lo zucchero in circolo nel flusso sanguigno è poco. In questo caso l’organismo riduce la secrezione dell’insulina e aumenta quella del glucagone. Di conseguenza il fegato effettua la gluconeogenesi processo che permette l’aumento del glucosio nel sangue e la combustione di lipidi. Questi ultimi, oltre a fornire energia, crea corpi chetonici.

Tutto questo avviene come meccanismo di difesa dell’organismo, il cervello ha bisogno di nutrimento e i corpi chetonici sono gli unici nutrienti che possono sostituire il glucosio. Nel caso in cui il glucosio nel sangue scarseggi l’organismo interviene provvedendo il nutrimento al cervello tramite i corpi chetonici. Se il livello della glicemia scende di molto, si può manifestare ipoglicemia chetonica e il livello dei chetoni nell’organismo sale determinando l’insorgenza di disturbi nel bambino.

Le cause dell’ipoglicemia chetotica nei bambini

cause ipoglicemia chetotica

Le cause che favoriscono il sopraggiungere di ipoglicemia chetotica sono tantissime e tutte correlate a una diminuzione eccessiva dei livelli di glicemia. Tra le più comuni principalmente legate a neonati e a bambini che vogliamo evidenziare:

  • digiuno notturno
  • febbre
  • vomito
  • gastroenterite
  • diarrea
  • dieta scorretta ricca di merendine e dolciumi
  • intolleranza alimentare
  • celiachia

E’ importante saper identificare l’ipoglicemia chetotica e distinguerla da altri tipi di ipoglicemia soprattutto nei bambini piccoli, visto il loro delicato equilibrio metabolico molto più sensibile rispetto a quello di un adulto. In ogni caso è sempre bene chiedere il parere del proprio pediatra o medico curante che saprà indicare meglio di chiunque altro l’iter da seguire.

I sintomi più frequenti

L’ipoglicemia chetotica nei bambini o nei neonati, la si può identificare dall’odore dell’alito che risulterà essere fruttato e dal vomito. Il caratteristico alito fruttato si manifesta perché l’acetone viene eliminato anche con il respiro. I principali sintomi che possono far sospettare l’ipoglicemia chetotica possono essere anche: un senso di spossatezza e malessere generale, cute secca, pallore, mal di testa, sonnolenza, irritabilità, nausea, lingua e bocca secca, dolori addominali, inappetenza.

Ci teniamo a evidenziare che anche se spesso viene definita benigna l’ipoglicemia chetotica per un bambino con diabete di tipo 1 è pericolosa e può portare a conseguenze gravi come il coma. Se dovessero comparire uno o più sintomi tra quelli descritti, in via precauzionale è sempre buona norma rivolgersi al pediatra o al medico di fiducia. Anche se quasi sempre è una condizione benigna che si manifesta comunemente nei bambini, se si dovessero verificare episodi ricorrenti, ma anche se si verificasse per la prima volta, è utile farlo presente al pediatra in quanto solo così si potranno escludere casi più gravi come il diabete di tipo 1, la celiachia o malattie legate al metabolismo.

La diagnosi

ipoglicemia chetotica la diagnosi

Per fare una diagnosi precisa bisogna sottolineare alcuni aspetti importanti a partire dall’anamnesi:

  • il rapporto con il pasto
  • il rapporto con episodi stressanti
  • la febbre

ma anche alcune condizioni cliniche come:

  • bassa statura
  • genitali ambigui
  • disidratazione
  • pigmentazioni anomale

Il medico o il pediatra, analizzando questi aspetti avrà la possibilità di fare una prima diagnosi che gli permetterà di orientarsi in maniera abbastanza precisa e stabilire quale terapia seguire caso per caso.

Ipoglicemia chetotica cure e consigli finali

Per risolvere i casi meno gravi di ipoglicemia chetotica basterà seguire dei piccoli consigli finali. Vediamo insieme di cosa si tratta.

L’alimentazione del bambino non dovrà includere grassi come burro, fritti, formaggi, insaccati, cioccolato, dolci da forno o industriali come merendine o simili. Si dovranno prediligere nella dieta, alimenti contenenti carboidrati complessi possibilmente integrali come il pane, il riso, la pasta e anche le patate dolci.

Nel caso la glicemia scenda sotto la soglia dei valori consigliati, sarà utile somministrare una piccola quantità di zucchero semplice tramite: caramelle, bibite zuccherate, succhi di frutta. Questo alzerà velocemente i valori di zucchero nel sangue riportando la glicemia nella norma.

Ovviamente i digiuni prolungati sono assolutamente da evitare, può essere una buona idea far mangiare una merenda nel pomeriggio prima di cena al bambino, in particolare se ha passato parte del pomeriggio a giocare consumando molta energia.

La colazione non può essere saltata. È il pasto più importante, perché si viene dal digiuno più lungo, quello della notte. Spesso viene sottovalutato e si fa saltare la colazione al bambino.

Nella maggior parte dei casi l’ipoglicemia chetotica con la crescita tende a non manifestarsi più, muscoli, fegato e altri organi si svilupperanno completamente e saranno in grado di immagazzinare una quantità adeguata di zuccheri.

Con questo articolo abbiamo voluto illustrare cosa sia l’ipoglicemia chetotica e tutti gli aspetti legati a essa. I nostri articoli sono puramente informativi e mai potranno sostituire il parere del medico. Per continuare a rimanere informato sul mondo della glicemia, iscriviti alla newsletter e continua a seguirci tramite il nostro sito ufficiale e sui nostri canali social.

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