Diabete aspettative di vita

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Diabete tipo 1 aspettative di vita

Diabete tipo 1 aspettative di vita

Parlando di diabete tipo 1 aspettative di vita gli esperti hanno notato che le persone con il diabete di tipo 1 che seguono scrupolosamente una terapia mirata a combattere questa patologia metabolica, possono ridurre il rischio di avere una vita più breve rispetto ai soggetti sani loro coetanei.

Un migliore controllo della glicemia può essere un primo passo per prolungare e migliorare le aspettative di vita.

La scoperta della terapia insulinica

Terapia insulinica

Se torniamo indietro nella storia scopriamo che parlando di diabete tipo 1 le aspettative di vita, prima che venisse scoperta la terapia insulinica, metà dei pazienti a cui veniva diagnosticato questo diabete, moriva entro due anni dalla diagnosi e più del 90% entro cinque anni.

Nel 1922 la medicina introduce la terapia insulinica e da allora i notevoli progressi scientifici nel campo medico hanno alzato tantissimo le aspettative di vita dei pazienti con diabete tipo 1.

A 100 anni dalla sua scoperta, la terapia insulinica è lo standard di cura per il diabete tipo 1. Le tipologie d’insulina, le modalità di somministrazione e la possibilità di monitorare la glicemia hanno notevolmente migliorato la gestione della malattia.

A questo punto parlando di diabete tipo 1 ci si chiede:

L’aspettativa di vita di un diabetico è uguale a quella delle persone senza diabete? Quali sono i fattori di rischio che influiscono?

Scopriamolo insieme attraverso questo articolo su diabete tipo 1 aspettative di vita.

Tipi di diabete

Partiamo col definire i tipi di diabete. Sono diverse le forme di diabete che si possono sviluppare nel corso della vita, generalmente però, sono due le categorie principali: diabete tipo 1 e diabete tipo 2.

Il diabete tipo 1 è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca e distrugge erroneamente le cellule del pancreas addette alla produzione dell’insulina, un ormone fondamentale per la gestione e il controllo del glucosio in circolo nel flusso sanguigno. Questa forma di diabete, di solito, si presenta prima di raggiungere 20 anni d’età.

In assenza di insulina, il glucosio inizia ad accumularsi nel flusso sanguigno, di conseguenza, cellule e tessuti in tutto il corpo iniziano a danneggiarsi. Le persone che sviluppano questo tipo di diabete dovranno assumere insulina tramite iniezioni per tutta la vita.

Il diabete tipo 2 tende a svilupparsi più tardi rispetto all’età giovanile, di solito i soggetti in sovrappeso o che svolgono pochissima attività fisica rischiano maggiormente di contrarlo, (circa il 90% dei pazienti con diabete tipo 2 è in sovrappeso o obeso).

Le persone che hanno il diabete di tipo 2, spesso sono in grado di produrre sufficiente insulina, almeno nella prima fase della malattia, sono le cellule, in questo caso, che non sono in grado di rispondere bene a essa.

Proprio come nel caso del diabete tipo 1, lo zucchero tende ad accumularsi nel flusso sanguigno danneggiando così cellule e tessuti in tutto il corpo.

Il trattamento di questa forma di diabete prevede cambiamenti nello stile di vita come perdita di peso, esercizio fisico e dieta alimentare. Potrebbero essere necessari anche farmaci in grado di rendere il corpo più sensibile all’insulina.

Convivere con il diabete

Convivere con il diabete

Come dicevamo all’inizio, le aspettative di vita con il diabete tipo 1 aumentano da quando è stata introdotta la terapia insulinica.

Le iniezioni d’insulina per la gestione del diabete non sono facili da gestire. Ad esempio, una mancata corrispondenza tra insulina e assunzione di cibo potrebbe causare un calo pericoloso della glicemia (ipoglicemia).

Episodi di questo genere possono portare a sintomi come battito cardiaco accelerato, sensazioni di tremore, vertigini, svenimenti, ecc.

Una dose d’insulina troppo alta potrebbe causare anche chetoacidosi diabetica, in cui l’equilibrio chimico del corpo diventa squilibrato. In caso di ipoglicemia si potrebbe manifestare anche un coma diabetico o addirittura la morte.

Detto questo, la terapia insulinica funziona molto bene per la maggior parte delle persone con diabete tipo 1.

Ovviamente, come sa molto bene chi ha questa forma di diabete, consultarsi con il medico per trovare il giusto equilibrio tra terapia e monitoraggio della glicemia, è essenziale per migliorare le aspettative di vita.

Complicazioni nella gestione del diabete

Secondo la dottoressa Helen Colhoun, professoressa di salute pubblica presso una prestigiosa università scozzese, le malattie cardiache, l’infarto e il coma diabetico sono i principali responsabili della riduzione dell’aspettativa di vita per pazienti di età inferiore ai 50 anni.

Inoltre è necessario fare uno sforzo per ridurre le complicazioni legate alla glicemia alta o bassa.

Per raggiungere questo obiettivo, è necessaria una maggiore informativa da parte dei medici e un supporto costante degli esperti, come i diabetologi e medici specializzati in malattie metaboliche.

Mortalità diabete tipo 1 legata all’emoglobina glicata: lo studio

Mortalità diabete

Uno studio effettuato su una popolazione con diabete tipo 1, conferma l’importanza di mantenere un’emoglobina glicata inferiore a 7 (HbA1c <7.0%) per ridurre il rischio di mortalità.

Basando la ricerca sull’emoglobina glicata è stata fatta una stima di mortalità per cause cardiovascolari (la principale causa di morte per chi ha il diabete tipo 1) e la mortalità per tutte le altre cause.

Si è scoperto che con un’emoglobina glicata superiore a 9,6 nel tempo, non una volta, ma più volte in un anno, si ha più di 10 volte la probabilità di morire per cause cardiovascolari (10,46) rispetto a una persona sana. Mentre la morte per altre cause scende a 8,51.

Man mano che scende, con valori inferiori di emoglobina glicata, la mortalità diminuisce. Ad esempio, con un valore tra 8.8-9.6 la probabilità di morte per cause cardiovascolari scende a 5.35 volte in più rispetto a chi non ha il diabete, mentre per altre cause scende a 3.65.

Sempre questo studio, dimostra che per valori di emoglobina glicata inferiore a 7 non si azzera il rischio di mortalità per cause cardiovascolari, ma la riduce semplicemente di poco rispetto a chi ha valori leggermente più alti.

L’aspetto su cui riflettere è che il rischio non si azzera, pur tentando di controllare la glicemia il più possibile, anche più volte al giorno. È possibile tuttavia ridurlo. Per farlo è importante avere un buon controllo sin dall’esordio anche nei bambini.

Conclusioni finali

Come abbiamo visto in questo articolo su diabete tipo 1 aspettative di vita, il controllo o monitoraggio regolare della glicemia è un aspetto fondamentale per ridurre i rischi di morte per cause cardiovascolari.

La terapia insulinica è il modo migliore per tenere sotto controllo il diabete tipo 1 e se abbinato a una dieta alimentare equilibrata, e attività fisica non solo migliora la qualità della vita, ma allunga anche le aspettative di vita rispetto alle persone che non hanno il diabete.

In conclusione, ci teniamo a ricordare ai nostri lettori che i nostri articoli sono solo informativi e non possono sostituire il parere del medico. Per avere un parere professionale rivolgetevi a un diabetologo.

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